Si informano gli utenti della crudeltà dei fatti. Si invitano le persone particolarmente sensibili di non continuare con la lettura dell’articolo.

Accade a Torino, dove un operaio di Mazzè ha ucciso il proprio cane perché “dovevo sfogare lo stress“.
L’episodio è accaduto nel maggio del 2014, ma solo mercoledì 19 Luglio 2017 il Tribunale di Ivrea ha condannato l’uomo a quattro mesi di reclusione.

Tagliò la gola al cane e poco dopo ha infierito su di lui colpendolo ripetutamente con il martello sulla testa per finirlo. Il motivo che ha fatto scaturire la follia dell’uomo è stato lo stress dovuto al licenziamento avvenuto pochi giorni prima.

“Mi sono accanito sul cane perché avevo bisogno di sfogare lo stress”

Queste sono state le parole dell’uomo che ha ucciso a martellate il cane. Si tratta di un meticcio di grossa taglia. I vicini, richiamati dai lamenti del povero peloso, hanno allertato i Carabinieri che sono intervenuti, trovandosi davanti una scena macabra.

Diverse associazioni animaliste del paese, a causa della gravità dei fatti, avevano organizzato manifestazioni di protesta nei confronti del proprietario del povero cane, creando un vero e proprio movimento anche nei vari social network.

Purtroppo questo episodio non è l’unico, anche a Gallicano, provincia di Lucca, nel 2015 una donna e due uomini avevano ucciso a martellate un cane anziano malato di scabbia. I tre volevano vendere il terreno ma il cane randagio si era stabilito lì e non riuscivano a mandarlo via. Da lì il terribile gesto, in quanto secondo loro l’aspetto malandato del cane teneva lontani possibili acquirenti del terreno.

Altro episodio simile accadde nel 2012, a Parre nel Bergamasco, dove il vicino del proprietario del cane venne però assolto con formula piena tre anni dopo aver ucciso il cane a martellate, perchè “il suo abbaio disturbava“.